L'inchiostro a base acquosa: per una colorazione green attenta alla qualità e alla salute; tua e dell'ambiente!
Ogni stagione ha il suo colore preferito e nulla si addice meglio delle calde e vivaci tonalità, all'estate che stiamo vivendo!
I colori sono ciò che più cattura l'attenzione su un capo d'abbigliamento; soltanto in un secondo momento si arriva a valutare la qualità del tessuto, leggere l’etichetta di provenienza e valutare, ahimè, il costo 😅
La moda ci regala sì capi vivaci e dai colori sgargianti ma non sempre lo fa in maniera sostenibile.
Quando il processo di colorazione non è green: le 3 principali principali ripercussioni sull'ambiente
Spreco di acqua
Perché un capo d’abbigliamento assuma un determinato colore è necessario un processo di tintura e, in particolar modo nel fast fashion, questo implica un grandissimo impiego di energia e lo spreco di enormi quantitativi d’acqua.
L’Associazione Ellen MacArthur sostiene che l’industria tessile utilizzi circa 93 miliardi di metri cubici d'acqua all’anno.
Basti soltanto pensare che per produrre un paio di jeans servono 7500 litri di acqua, a partire dalla coltivazione del cotone fino alla lavorazione del prodotto stesso.
Inoltre, il processo di tintura incide del 20% sull’inquinamento delle acque!
Inquinamento delle falde acquifere
Il processo di tintura nel settore della moda rientra tra le principali cause di inquinamento delle falde acquifere.
La moda ha utilizzato per decenni, e in molti casi continua ancora a farlo, inchiostri a base di sostanze chimiche quali il plastisol; miscela liquida a base di cloruro di polivinile (PVC).
Il plastisol è altamente dannoso per la salute in quanto tossico e, di conseguenza, cancerogeno. E’ dannoso non soltanto per gli essere umani ma anche per l’intero ecosistema marino in quanto viene rigettato all'interno dei fiumi e falde acquifere più vicine alla fabbrica di produzione.
Una volta gettati i liquami nei fiumi, i coloranti di scarto si accumulano impedendo alla luce di penetrare sulla superficie dell'acqua; questo fa sì che la vegetazione marina non sia più in grado di fare la consueta fotosintesi.
Di conseguenza si abbassa il contenuto di ossigeno nell’acqua e la flora e fauna marina muoiono.
Contaminazione di metalli pesanti
Oltre a tinture chimiche, solventi, candeggina ecc., anche i metalli pesanti sono impiegati nel processo di tintura.
Il loro smaltimento nelle falde acquifere implica l’introduzione di essi all’interno della nostra catena alimentare tramite l’irrigazione delle colture.
Rame, piombo, cromo e mercurio sono soltanto alcuni tra i metalli pesanti che si trovano nei coloranti e nei pigmenti dei vestiti che indossiamo e, inutile dirlo, gli effetti che hanno sulla nostra salute sono tutt’altro che ottimali.
L’utilizzo di metalli pesanti nel processo di produzione è strettamente regolamentato in Unione Europea ma, su scala globale, l’attenzione rivolta ad essi è irrisoria.
La diffusione di inchiostri chimici è da addebitarsi al basso costo, alla resa del colore, fino ai brevi tempi di asciugatura.
Esistono però numerose alternative sostenibili in grado di sostituire, e migliorare, la resa delle tecniche di colorazione e donare qualità, resistenza e personalità ai nostri capi di abbigliamento 😉
Inchiostri a base acquosa, la colorazione green del futuro!
Piccola premessa: gli inchiostri a base acquosa non contengono soltanto acqua ma anche pigmenti, leganti, e addensanti ecologici.
L’acqua assume il ruolo di solvente e viene utilizzata principalmente in due tipologie di inchiostri:
- Inchiostro tradizionale, spesso chiamato inchiostro ad asciugatura, penetra nel tessuto e si lega alle fibre lasciando una buona solidità del colore e capacità di lavaggio;
- Inchiostro a scarico, viene utilizzato per rimuovere il colorante originale dall’abbigliamento per poi essere sostituito da un altro pigmento. L’inchiostro a scarico viene anche utilizzato su stampe grandi, senza cuciture e ricche di dettagli. Questo è dato dalla morbida finitura in cui la stampa penetra nella superficie del tessuto consentendo alla pellicola dell’inchiostro di non venire percepita al tatto.
Oltre a essere sostenibili, gli inchiostri a base acquosa stanno facendosi sempre più strada in quanto, qualitativamente parlando, risultano essere migliori rispetto agli inchiostri derivati dalla plastica.
Ad essere green non è soltanto la natura dell’inchiostro stesso ma il suo intero ciclo di produzione ed “eliminazione”. Non vengono impiegati materiali tossici, non è necessaria l’applicazione di solventi nocivi per il processo di pulizia dei macchinari utilizzati (a differenza di quanto avviene nel processo di tintura tramite plastisol). Inoltre, l’alta qualità, la brillantezza del colore, la densa viscosità in grado di donare opacità sui capi finiti; sono tutte caratteristiche in grado di donare una maggiore qualità, e, di conseguenza, durabilità dei capi.
Gli inchiostri a base acquosa sono a prova di lavaggi, stirature e movimenti ginnici 🤸🏽♂️
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