Quando la moda diventa sostenibile, a beneficiarne sono il Pianeta, gli animali e soprattutto gli esseri umani! Tra i nuovi materiali green, frutto di innovazione e sensibilità, compare la pelle naturale e cruelty-free.
Ecco quindi 5 alternative che nulla hanno da invidiare alla pelle di origine animale!
Moda sostenibile è sinonimo di impegno, creatività e perseveranza.
Dall’ideazione, fino alla creazione e distribuzione, i designer e le case di moda di oggi si impegnano a innovare, utilizzare o addirittura inventare nuovi tessuti e pattern più funzionali e, devono trovare soluzioni intelligenti e green per recuperare e smaltire i capi in eccedenza.
La plastica è stata gradualmente riciclata ed oggi il poliestere riciclato è largamente utilizzato nel settore della moda, così come sono anche state trovate alternative più naturali (ma non sempre funzionali) quali le bioplastiche derivate da miscele di amido o le bioplastiche biodegradabili derivate dall’acido polilattico, poliestere di origine naturale che si decompone in meno di 2 mesi.
Per quanto riguarda la pelle animale utilizzata, una crescente sensibilità e attenzione verso i diritti animali, ha portato il settore della moda a interrogarsi circa come sostituire questo materiale con tessuti alternativi naturali e cruelty-free, escludendo quindi i derivati della plastica!
Ecco qui 5 soluzioni green e animal-friendly che rivoluzioneranno il settore della moda e i nostri outfit!
Apple Skin
L’industria alimentare utilizza le mele perlopiù per la spremitura e produzione di dolci succhi di frutta.
In tale processo di lavorazione il 25% della mela, comprensivo del torsolo, viene gettato via e mai utilizzato.
Per questo, dalla buccia e dagli scarti di lavorazione delle mele,nasce un materiale di base cellulosa che ha tutto l’aspetto della pelle animale.
Questo materiale prende il nome di Apple Skin ed è una pelle naturale, vegetale e vegana.
Da essa prendono forma capi versatili che possono assumere differenti texture, colori e funzioni.
Utilizzando la buccia delle mele si possono realizzare resistenti sneaker, vedi l’esempio di brand come Womsh, borse, zaini e portafogli, come nel caso di Miomojo (unisce al materiale di scarto della mela anche materiali in poliestere riciclato), e divani, poltrone e rivestimenti di interior designer come nel caso di Philippe Starck.
Muskin
Dall’inglese mushroom and skin, Muskin nasce dal fungo subtropicale Phellinus Ellispoideus ed è un ottimo sostituto alla morbida pelle animale del camoscio.
L’azienda fiorentina, Zero Grado Espace, da questo fungo dalle grandi dimensioni che si nutre del tronco degli alberi, attraverso un procedimento di conciatura come quello utilizzato per le pelli animali, realizza una pelle naturale e vegana tra le più amate del settore della moda.
Zero Grado Espace afferma però, non senza un pizzico di orgoglio, che tale processo non impiega sostanze chimiche e che, al contrario, l’impiego di sostanze e metodi naturali favorisce la resa estetica del prodotto, oltre ovviamente a non inficiare sull’ambiente.
Mylo
I funghi fanno da protagonisti anche nel caso di Mylo, pelle vegetale nata dal micelio fungino; apparato vegetativo dei funghi a composizione filamentosa che si estende, infiltrandosi nel terreno, e porta nutrienti alle altre specie vegetali.
Il micelio, ramificandosi e attorcigliandosi nel sottosuolo, dà vita ai funghi.
La tipologia di micelio che viene utilizzata per ricavare pelle vegetale cresce in appena 3 settimane ed è solitamente coltivato tramite la tecnica del pacciame, attraverso cui rametti, foglie e stecchi vengono ammucchiati sulla superficie in prossimità di alberi e piante.
Mylo nasce da un processo interamente green e biologico e l’intero suo ciclo produttivo e di smaltimento è sostenibile.
La peculiarità di questa tipologia di pelle è data dalla sua resistenza, elasticità e morbidezza.
Ad avere investito nella realizzazione di Mylo sono stati brand quali Stella McCartney, Kering e Adidas.
Pelle d’uva
Per gli agricoltori settembre è mese di vendemmia e, come nella maggior parte dei casi accade, la buccia dell’uva viene gettata via.
All’estero viene chiamata Wine Leather ed è la pelle vegetale realizzata dagli scarti del processo di vinificazione quali la buccia e i vinaccioli.
Questa nuova tipologia di pelle vegetale è biodegradabile e adottata anche da aziende italiane quali Vegea Srl che, combinandola a una percentuale di poliuretano (ahimè questo non è biodegradabile), realizza capi unici dai colori e texture differenti (evitando l’utilizzo di solventi chimici).
Sughero
Estratto dalla corteccia della quercia da sughero, questo materiale è perlopiù coltivato in Europa del sud e nel nord Africa.
Le peculiarità più apprezzate del sughero risiedeno nell’essere un materiale idrofobo, galleggiante, elastico, impermeabile e ignifugo.
Sono proprie queste sue caratteristiche a renderlo un materiale impiegato in vari settori, dall’agroalimentare al settore della moda.
In quest’ultimo esso è adoperato nella produzione di accessori quali scarpe, portafogli, borse e bigiotteria.
Abbinato a processi di colorazione e inchiostri vegetali, il sughero rimane, anche nel suo processo di smaltimento, un materiale biodegradabile, amico dell’ambiente.